Ad Est della Cinepresa

Sguardo disincantato al cinema asiatico

Recensione: Raging Phoenix, di Rashane Limtrakul ★★★

Firestorm

Un film action che si concentra sulle arti marziali non ha bisogno di una trama complessa o arzigogolata bensì di costruire credibili motivazioni nelle scelte dei protagonisti.

Motivazioni che rendano i protagonisti capaci di superare tutte le avversità.

Questo gradevole film thailandese che possiede una coreografia che si ispira al Drunken Master di Jackie Chan costruisce una prima parte più frivola e sbarazzina, per poi precipitare in una drammatica e violenta seconda parte.

Il film ruota intorno alla figura di una ragazza che ha appena ricevuto una delusione d’amore, batterista di una rock band viene espulsa per il suo brutto carattere, nel suo girovagare viene rapita da una gang che adesca belle ragazze per poi drogarle e farle prostituire.

Viene salvata da tre strani tipi, che da ubriachi riescono a fare fuori tutti gli avventori, la nostra risvegliatosi viene portata a collaborare con i tre e ad imparare la loro tecnica di arti marziali. Le ragioni di una simile scelta ci verrà spiegata più avanti, quando i tre ci faranno capire che la ragazza sarebbe stata una perfetta esca per i capi dell’organizzazione che intendono abbattere. Le motivazioni dei tre sono personali, e la nostra troverà il modo di combattere solamente quando vedrà i suoi nuovi amici perdere la loro battaglia.

Le coreografie mischiano movimenti di ballo con tecniche di muay thai garantendo così una certa varietà nei combattimenti, ed una musicalità piacevole agli occhi, il livello degli avversari è credibile, così come gli step che porteranno la ragazza a poter combattere contro il boss finale.

 

ultima modifica: 15/12/2017

 

regia: 7
sceneggiatura: 7
recitazione: 6¾
6.9

link imdb

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